“Il tema del trauma post tragedia. Ferite profonde tanto per chi prova a ripartire dopo aver visto la morte davanti ai propri occhi e soprattutto per chi deve scontare la perdita di un parente o un amico. (…)
Il termine “trauma” deriva dal greco τραῦμα, -ατος , e significa “ferita”, “rottura”. Allo stesso modo in cui una ferita può lacerare, provocare dolore o lasciare cicatrici indelebili, un evento tramatico è, per definizione, potenzialmente dannoso e può minare l’integrità psicofisica portando a gravi conseguenze come il disturbo post traumatico da stress, attacchi di panico, disturbi depressivi, somatizzazioni e altri problemi psicologici invalidanti (fobie, pensieri intrusivi, comportamenti evitanti, sonno irregolare, incubi, difficoltà a concentrarsi, vulnerabilità, senso di irrealtà o di ottundimento…).
Per cui, il trauma rappresenta uno spartiacque nella vita della persona… “il prima e il dopo” la tragedia. In questa crepa si insinua la perdita: perdita della sensazione di controllo nel totale vissuto di impotenza, perdita come incredulità che il dramma abbia toccato direttamente noi, perdita delle persone care e della propria quotidianità, perdita come smarrimento dell’animo senza una bussola per orientarsi nel percorso della vita. Questo anche perché l’evento traumatico è un passato che invade la sfera del presente e blocca il futuro.
Come gestire il trauma? Cosa fare? Dove ritrovare la luce della laterna protetti dalla forza dei monti e cullati dalle onde del mare? Le persone hanno bisogno di aiuto perché il trauma crea i suoi ponti di dolore ma c’è bisogno di strade sicure.
Ed è proprio nella parola aiuto che troviamo la risposta.
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