• HOME
  • CHI SONO
  • AREE DI ATTIVITÀ
    • Psicoterapia
    • Attaccamento, Trauma, EMDR
    • Psicoterapia EMDR
    • L’adolescente e la famiglia
    • Consultazione e terapia familiare
    • Gravidanza e post-partum
    • Benessere sessuale
    • Benessere
    • Supervisioni
  • COLLABORAZIONI
  • ARTICOLI
  • CONTATTI
Risorsa 10_bis@2x
Risorsa 10_bis@2x
  • HOME
  • CHI SONO
  • AREE DI ATTIVITÀ
    • Psicoterapia
    • Attaccamento, Trauma, EMDR
    • Psicoterapia EMDR
    • L’adolescente e la famiglia
    • Consultazione e terapia familiare
    • Gravidanza e post-partum
    • Benessere sessuale
    • Benessere
    • Supervisioni
  • COLLABORAZIONI
  • ARTICOLI
  • CONTATTI

Infanticidio al carcere di Rebibbia: il raptus esiste?

19 Settembre 2018
Ieri una detenuta tedesca ha tentato di uccidere i suoi due figli nella sezione nido del carcere romano di Rebibbia dove era collocata a seguito di reati legati agli stupefacenti. La sezione nido permette alle donne di poter scontare la detenzione insieme ai propri figli, senza doversene separare, fino al terzo anno di etá dei bambini.
Il figlio più piccolo, di quattro mesi, è morto a seguito del trauma, il maggiore, di due anni, è stato trasferito in codice rosso all’ospedale Bambino Gesù dove versa in condizioni particolarmente critiche.
Alcune fonti riportano che al mattino la donna avesse avuto un colloquio con dei familiari, e che questo l’avesse scossa; altre riportano che fosse preoccupata per il futuro dei propri figli; altre ancora che niente facesse presagire l’epilogo di ieri.
L’infanticidio e il neonaticidio sono gesti tabù nella nostra cultura, e l’ipotesi che questi avvengano all’improvviso, senza spiegazione, generalmente ci riempie d’angoscia perché il pensiero va al “ma quindi può capitare anche a me?”, “quindi il raptus esiste?!”.
Vorrei quindi portare un po’ di chiarezza in queste paure: il raptus omicida non esiste, non esiste “qualcosa” che si impossessa di persone sane e gli fa compiere cose che non vorrebbe.
Il neonaticidio avviene generalmente entro la prima ora dalla nascita e viene chiamato così se la vittima ha meno di 24 ore di vita ed è comune nelle donne che negano la gravidanza e l’esistenza del feto a sè stesse e agli altri; possono soffrire di dissociazione e amnesia e non ricordare nulla.
Gli infanticidi possono essere compiuti da persone con una psicopatologia grave in atto, più spesso deliri e psicosi, patologie nelle quali c’è un’alterazione del rapporto con la realtà, a volte perfino al fine di “salvare” i propri figli da un futuro che si considera intollerabili, o da persone con importanti disturbi della personalità e difficoltà nella gestione nella regolazione emotiva (impulsività e aggressività).
Queste premesse spiegano come le condizioni psicopatologiche possono essere dei fattori predisponenti e precipitanti, tali condizioni si sono sviluppate nel tempo e danno segni e sintomi individuabili nella persona.
Tags
carcere
cronaca
infanticidio
neonaticidio
psicopatologia
raptus
roma

Related News

Other posts that you should not miss.

“Ladro di felicità”: una mostra fotografica di Oliviero Toscani

23 Luglio 2018

Fino a fine ottobre è possibile visitare gratuitamente la mostra “Ladro di felicità” di Oliviero Toscani nei portici di Palazzo Ducale a Genova. La mostra, il cui fil …

Read More →
1 MIN READ

L’attaccamento e la psicopatologia nell’età adulta

7 Dicembre 2017

Bowlby (1969/1982, 1973, 1980) ha proposto un modello di sviluppo le cui applicazioni per la psicopatologia sono chiaramente articolate. Secondo questo modello, lo sviluppo dell’attaccamento alla figura di …

Read More →
2 MIN READ

Crollo Ponte Morandi, il post trauma con i consigli degli esperti

19 Agosto 2018

“Il tema del trauma post tragedia. Ferite profonde tanto per chi prova a ripartire dopo aver visto la morte davanti ai propri occhi e soprattutto per chi deve …

Read More →
1 MIN READ

Privacy and Cookie Policy       Crediti

Eleonora Bianchi © 2021
Infanticidio al carcere di Rebibbia: il raptus esiste? - Eleonora Bianchi Psicoterapeuta EMDR